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lunedì 24 marzo 2014

Nata per volare

Una foto tratta dallo splendido servizio di Daniele Cruciani con il suggestivo richiamo al grande Magritte. Mi pare del 2012, a memoria.

E non ridete che mi distraete. Sto ancora meditando intensamente. Ce la farò con la forza del pensiero ad aprire la gabbia e liberare la colomba?
(credo che la colomba, più che stranita, mi guardasse incazzata...)

2 commenti:

  1. A me questo servizio fotografico piace molto, bella l'idea di riprendere il concetto pittorico sulla libertà di pensiero di Magritte. Il servizio comprendeva parecchi scatti, fra i quali uno di te di spalle seduto sul tetto di un palazzo e poi te che ti giri verso l'obbiettivo con uno sguardo di grande spessore, come a dire "ho un punto di vista onnisciente sulle cose da qui, ma basta per dire che sono libero?". Grandioso!
    Belli anche gli scatti con le mele disposte a cerchio intorno a te, un modo per accentuare le curve rotonde e morbide del frutto che vengono a contrastare le linee rette e geometriche, troppo regolari, della città, del mondo urbano. è tutto una questione di punti di vista mentali secondo Magritte, e la libertà à afferrabile tramite questi ad un livello più mentale che reale. Infatti Magritte diceva che "non bisogna temere la luce del sole col pretesto che è quasi sempre servito per illuminare un mondo miserabile. Sotto tratti nuovi e affascinanti, sirene, porte, i fantasmi, gli dèi, gli alberi, tutti questi oggetti dello spirito saranno restituiti alla vita intensa con luci vive nell'isolamento dell'universo mentale." La forza del pensiero come realtà alternativa e più accettabile. Una perifrasi pittorica dell'importanza del sogno.

    Questo scatto con la colomba chiusa in una gabbia rende bene l'idea secondo la quale gli schemi societali in cui evolviamo ci impongono una specie di claustrofobia, una reclusione del pensiero che l'uomo stesso si impone.
    Ma personalmente io lo vedo in un altro modo: Il chapeau melon che porti non può che farmi pensare a Chaplin e quindi anche al teatro, mi piace quindi pensare che quella colomba è la libertà di pensiero imprigionato e che tu rappresenti il mondo artistico che fa la scommessa di liberarlo con la forza dell'arte per l'appunto.E in questo scatto preciso lo sguardo verso l'obbiettivo sarebbe un'esortazione rivolta a chi guarda a lasciare che il teatro, la musica o tutto quello che di arte respira dia la giusta libertà di pensiero e di sogno necessari per sopravvivere. Ovviamente questa è solo una mia modesta evasione mentale, una mia interpretazione e mi andava di condividerla con te.

    Chiudo con un pensiero di Magritte sulla libertà che mi sembra ben abbinarsi alla foto:"La libertà è una possibilità di essere, non un obbligo di essere. Il cuore triste può battere come può decidere di smettere di battere: fa conoscenza con la libertà, la tristezza conosce libertà, non impone niente."

    Allo stesso modo un'immagine, una nota, una melodia propone una possibilità di essenza, ma resta disponibile a interpretazioni soggettive, ognuno di noi può calcarci una dimensione personale, rendendo il tutto pieno di significati diversi. Che poi è proprio da questa eterogeneità che scaturisce la bellezza dell'arte, no?

    Seguendo l'idea che la colomba e la libertà di sogno e di pensiero e che tu sei l'artista che si propone di liberarla,.... più che incazzata secondo me la colomba è lusingata e cullata dalle tue note jazz, pronta a prendere il volo! :)

    Un abbraccio e un bacio!




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  2. Le foto del servizio sono effettivamente una più bella dell'altra. Merito del fotografo e dell'ispirazione a Magritte che consente un lungo e aperto viaggio.

    La tua evasione mentale non è affatto male, Rose. In vario modo l'arte libera, esorcizza, smussa, abbellisce, enfatizza, ammalia... E, chissà, forse pure la colomba cullata dalle note jazz stava in gabbia meno triste voglio darti ragione. Mi fa fare pace con il volatile ;)

    E, comunque, viva Magritte.
    Un abbraccio a te Rose

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